François Tourte elaborò la forma ancor oggi in uso
E’ usato per suonare il violino e altri strumenti così detti ad arco come la viola, il violoncello e il contrabbasso.
Nella sua forma moderna, l’archetto, consiste in una bacchetta di legno elastico alla quale, da una estremità all’altra, sono sottesi crini di cavallo. Questi sono raccolti da un dado a vite a una delle estremità (nasetto), in modo da poterne regolare la tensione. Inoltre, gli stessi crini vengono ricoperti di pece, così da provocare una frizione al momento del contatto con le corde e permettere quindi a quest’ultime di mettersi in vibrazione. Il suono così ottenuto può variare considerevolmente a seconda della tecnica d’arco impiegata, o mutando la velocità o la pressione effettuata sull’archetto stesso.
Il nome archetto deriva dalla forma convessa che l’arnese possedeva in origine, molto simile a un arco da caccia. In Europa, archetti di questo tipo furono in uso fino al XV secolo; a partire dal XVI secolo, i costruttori cominciarono a sperimentare nuove forme diminuendo progressivamente la convessità. Nel XIX secolo, il francese François Tourte elaborò la forma ancor oggi in uso: una bacchetta affusolata incurvata leggermente verso la linea di tensione dei crini, la cui punta è costruita in metallo o in avorio.
Esiste inoltre uno strumento a corda denominato arco musicale: si tratta di una bacchetta flessibile della lunghezza variabile fra gli 0,5 e i 3,00 m, alla quale viene fissata una corda.
Per produrre un determinato suono, l’esecutore pizzica la corda con una mano, oppure, al fine di produrre note più lunghe della dominante, diminuisce la lunghezza vibrante della corda con le dita dell’altra mano.