Traviata e Trovatore, Quinta e Sesta, cosa non hanno in comune?
La vita di tutti i giorni è un continuo nascere di emozioni; alcune le esplicitiamo apertamente, ma le più profonde sono spesso trattenute, o celate per pudore. Quanto può essere frustrante non dare libero sfogo al nostro essere è difficile da misurare, quanti filtri mettiamo tra noi ed il mondo che ci circonda? Essere liberi, ma veramente liberi, è un dono, sebbene di pochi, che consente di esprimere il proprio essere, di confrontarsi con se stessi, fino al punto di confondersi, di perdere la bussola; e capita anche di provare sentimenti diversi, persino contrastanti, allo stesso tempo. E’ un fenomeno irrazionale, incomprensibile, che anche in Musica accade. Beethoven cominciò la Sesta pur non avendo ancora terminata la Quinta: mentre scriveva del Destino, sentiva già la Pastorale. Conosciamo bene le profonde differenze tra le due opere, dallo sfondo psicologico ai colori emozionali. Verdi compose “La Traviata” mentre scriveva un’opera completamente opposta come “Il Trovatore”. Accostamento cronologico di due pagine diversissime. Trovatore, opera virile, tutta azione e vigore; Traviata, femminile, dolce, sottile.
Non ragioniamo troppo, e non ragioniamo troppo su queste cose, non dobbiamo trattenere le nostre emozioni dobbiamo semmai viverle, liberarle, magari scivolando sulle note dello stupendo veicolo musicale.