Il Super Audio CD nasce e si sviluppa con la medesima finalità del CD: sostituire il predecessore nel cuore degli appassionati di musica. Sicuramente il salto che si fece con l’avvento del Compact Disc fu di maggiore sostanza. Si passò dall’infinito mondo dell’Analogico al Discreto e “finito” mondo del Digitale. Oggi si ragiona su quanto essere “discreti” o meno, ovvero sulla quantità di informazioni e sul modo di conservare le stesse su un supporto digitale. Come è noto, il CD Audio conserva i dati ottenuti da un campionamento a 44 kHz su una codifica binaria a 16 bit. La ricerca di maggiore qualità ha talvolta spinto verso una maggiore frequenza di campionamento (96 kHz o persino 192 kHz) piuttosto che verso una maggiore risoluzione (24 bit); tipici della musica liquida in alta definizione (HD Audio) sono i formati 24bit/96kHz oppure 24bit/192kHz. Ad un certo punto si è però evidenziato che spingersi in queste direzioni non sempre porta ad una maggiore qualità percepita. Ecco che è entrato in gioco il SACD. La tecnica di codifica ed “immagazzinamento” delle informazioni è totalmente cambiata. Si “insegue ” e si “annota” l’andamento dell’onda sonora con maggiore precisione, esasperando gli intervalli di campionamento (64 volte maggiore dei CD) ma annotandone, non più i valori “assoluti”, ma solo le variazioni di crescita e decrescita.