
La musica dell’Antica Grecia, pur appartenendo a un’epoca remota, ha esercitato una notevole influenza e ha conosciuto diverse fasi di riproposizione nel corso della storia occidentale.
Nel periodo rinascimentale (XIV-XVI secolo), si assistette a una generale riscoperta e rivalutazione della cultura classica greco-romana. L’Umanesimo promosse lo studio dei testi antichi, inclusi quelli inerenti alla teoria musicale greca. I teorici musicali dell’epoca si dedicarono all’interpretazione dei modi greci antichi, sebbene la loro comprensione fosse spesso mediata dalle prassi musicali contemporanee. Parallelamente, i compositori si ispirarono a temi mitologici greci per le loro creazioni, in particolare nelle forme vocali. Un aspetto significativo fu il tentativo di ricostruire strumenti musicali antichi basandosi su fonti letterarie e iconografiche. Inoltre, la genesi dell’opera, alla fine del Rinascimento, fu in parte motivata dal desiderio di emulare l’integrazione tra musica e dramma caratteristica del teatro greco. La Camerata Fiorentina, con le sue discussioni sulla possibile ricostruzione degli effetti emotivi della musica greca, giocò un ruolo cruciale nello sviluppo del recitativo monodico.
Durante l’epoca barocca (XVII-XVIII secolo), la “dottrina degli affetti”, un sistema teorico volto a suscitare specifiche emozioni attraverso l’impiego di determinati elementi musicali, può essere considerata un’eco delle concezioni greche sull'”ethos” della musica. I compositori barocchi, specialmente nel contesto operistico, studiarono la retorica classica per conferire maggiore espressività al canto. I modi greci antichi continuarono a essere presenti nella teoria musicale e, in forma trasmutata, in alcune composizioni sacre, sebbene il sistema tonale maggiore-minore stesse gradualmente affermandosi come paradigma dominante.
Nel corso del XIX secolo, la riscoperta archeologica di frammenti musicali greci autentici, come gli Inni di Delfi, generò un rinnovato interesse accademico ed esecutivo. Compositori come Gabriel Fauré e Camille Saint-Saëns realizzarono elaborazioni moderne e composizioni ispirate a tali ritrovamenti, promuovendo brevi periodi di revival di esecuzioni in stile antico. Lo studio della musica greca antica continuò a influenzare la musicologia e la comprensione delle origini della tradizione musicale occidentale.
Nel XX e XXI secolo, la ricerca musicologica ha compiuto progressi significativi nella comprensione dei sistemi musicali e delle pratiche esecutive dell’Antica Grecia, con tentativi di ricostruzione strumentale e interpretativa. Alcuni ensemble contemporanei si dedicano all’esecuzione di ciò che è noto della musica greca antica, basandosi su interpretazioni informate. Sebbene non in modo pervasivo, alcuni compositori contemporanei possono trarre ispirazione dai modi greci o da concetti estetici ad essa correlati.
Concludendo possiamo affermare che la musica dell’Antica Grecia ha conosciuto significative riproposizioni nel corso della storia, influenzando il pensiero musicale, l’estetica compositiva e la prassi esecutiva in diverse epoche, dal Rinascimento fino ai giorni nostri. La sua eredità, sebbene mediata da contesti culturali differenti, continua a rappresentare una radice fondamentale della tradizione musicale occidentale.