Strumenti e metodologie della Etnomusicologia

sparagnaIl primo strumento di supporto per un etnomusicologo fu il fonografo meccanico, oggi sostituito dal registratore magnetico, inventato da Edison nel 1878, per mezzo del quale fu possibile documentare più facilmente, fedelmente e sistematicamente la Musica. Prima della sua invenzione era stato possibile raccogliere e studiare soprattutto folklore poetico-narrativo.


Azione di uno studioso di etnometodologia davanti ad un prodotto etnico:

1. Registrazione;

2. Trascrizione, con criteri fedeli;

3. Analisi del contesto: è indispensabile perché la musica è funzionale alle situazioni collettive. È un approccio antropologico, nel senso che si studia la cultura dall’interno;

4. Analisi del testo: consiste nell’individuare le “logiche di variazione” nel testo di un canto. A questo proposito ricordiamo l’attività di Brailoiu, etnomusicologo e compositore romeno, che dotò l’etnomusicologia di una solida base metodologica, in cui i punti salienti sono il costante riferimento alle rivelazioni fonografiche dirette e l’impiego di strumenti d’indagine musicali, linguistici e sociologici. Il suo metodo consisteva nel prendere la prima versione ascoltata di un canto e nello scriverla su un rigo, mettendo, poi, sotto solo le varianti delle nuove versioni. A trascrizione ultimata notò che esistono “logiche di variazione”. Concluse affermando che se ci sono variazioni negli stessi punti, c’è una libertà esecutiva regolamentata;

5. Analisi melodica di un brano: consiste nello studio della melodia, delle scale e del ritmo del canto, nonché nello studio del rapporto tra musica e testo.

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