Il Contrabbasso dal Cinquecento al Jazz

contrabbasso

Strumento musicale a corde e ad arco, a fondo piatto, il più grave della famiglia degli archi. È attualmente munito di quattro corde, accordate per quarte, partendo dal mi1; una varietà è dotata di una quinta corda che permette di raggiungere il do grave. È notato in chiave di basso, un’ottava sopra i suoni reali. Nel registro acuto e sovracuto si usano le chiavi di tenore e di violino.

Il contrabbasso cominciò a entrare nell’uso nella seconda metà del XVI secolo; tra i primi costruttori sono da ricordare Gasparo da Salò e Nicola Amati.

Inizialmente aveva la funzione di rinforzare la parte del basso in orchestra, ma per la possibilità di ottenere effetti cantabili nell’acuto, cupi e drammatici nel grave, poté essere impiegato anche come strumento solista (Serenata notturna in re K. 239 di Mozart, 1776; Sestetto di Boccherini, 1787; Sei sonate di Rossini, 1804, e composizioni di autori moderni: Stravinskij, Ghedini, ecc.).

Dal 1925 circa, il contrabbasso è entrato anche nella musica jazz, trattato con la tecnica del pizzicato, escludendo quasi completamente l’uso dell’arco: ha la funzione preminente di assicurare la base armonica all’orchestra e di scandirne il ritmo insieme con la batteria e il pianoforte.

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