Brahms – Concerto per Violino e Orchestra Op.77

mutter_karaianEcco una delle composizioni che meglio rappresenta Brahms e l’idea che universalmente si ha del “Concerto per Violino”. In quest’opera, prima concepita in 4 movimenti, si concretizza la più classica delle “forme” con la struttura allegro-adagio-allegro ovvero:


1. Allegro ma non troppo
2. Adagio
3. Allegro giocoso

Primo Movimento – Allegro non troppo
Il movimento, Allegro non troppo, inizia subito con un tema semplice e lineare, costituito dalle note dell’accordo di tonica. Il discorso dell’orchestra si infittisce, varia frequentemente e d’un tratto irrompe il secondo tema, eseguito dagli archi in re minore, irruento e aggressivo, e proprio sulla conclusione reiterata di questo motivo attacca il solista. Sin dalle prime battute appare chiaramente come il violino debba affrontare difficoltà notevoli: infatti il saltare continuo dal grave all’acuto non conosce soste; solo i legni e i timpani sostengono l’infaticabile solista mentre gli archi tacciono. Per tutto il movimento il violino rivela un atteggiamento analogo: i suoi interventi sono sempre in stile ‘cadenzante’ e nell’esecuzione del primo e del secondo tema la melodia viene trasfigurata in alcuni casi con l’introduzione di passaggi di arricchimento, mentre in altri è trasportata nella regione sovracuta in cui il violinista deve mettere a dura prova la propria tecnica. Passaggi impervi, dissonanze, arcate melodiche frequentemente interrotte da arpeggi virtuosistici conferiscono al violino un nuovo ruolo: da struggente cantore di melodie appassionate diviene un esploratore che si spinge a sondare nuove possibilità espressive.

Secondo Movimento – Adagio
Nell’Adagio i legni intonano un canto dolce e malinconico che a tratti riecheggia melodie popolari; gli archi e il solista tacciono, e quando fanno udire le loro voci paiono rispondere seguendo un andamento di tipo antifonale. L’idilliaca atmosfera è ricca di grande fascino e venata contemporaneamente di una seriosità tutta germanica. A questo punto avrebbe dovuto trovarsi lo Scherzo, di cui Brahms parla in una lettera a Joachim, ma nella stesura definitiva non compare, e sembra che sia stato utilizzato nel Concerto n.2 op.83 per pianoforte e orchestra.

Terzo Movimento – Allegro Giocoso
L’ultimo movimento, Allegro giocoso ma non troppo vivace, è in forma di Rondò e colorato con le vivaci tinte dello stile ungherese: il ritmo è deciso, tutto è caratterizzato da una grande energia a tratti attenuata da momenti di solare e robusto umorismo. La parte conclusiva, Poco più presto, introdotta da un divertente passaggio dei legni, è la trasformazione del motivo principale del Rondò in andamento di marcia. Il ricordo di Beethoven nell’Alla Marcia dell’ultimo movimento della Nona è immediato: e non ci riferiamo esclusivamente alla tonalità (Re maggiore) che accomuna le due opere, ma anche allo spirito eroico che le ha generate. Mentre i concerti per violino di Spohr, Mendelssohn e Bruch furono definiti romantici e femminili, per Brahms si utilizzò subito l’aggettivo virile. Negli anni che seguirono la composizione di questo concerto, l’opera non ebbe il favore di molti violinisti e comunque fu eseguita esclusivamente da uomini, Hugo Hermann e Joachim per citare i più famosi; la prima donna che vi si cimentò fu Marie Soldat, che lo inserì frequentemente nelle sue esecuzioni. Negli ultimi anni è diventato, invece, uno dei concerti per violino più eseguiti, e ne è la prova il fatto che, tra violinisti e compositori, sono circa venti coloro che ne hanno scritto delle cadenze.

 

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