Benedetto Basile presenta FLUTE XXI Project

13882601_10210017773025774_5353508359348327547_nI risultati di uno studio e di una ricerca sulle possibilità estetiche, timbriche ed espressive del flauto traverso contemporaneo non possono essere esemplificati nella loro interezza da un numero limitato di brani contenuti in un cd. Troppo grande la materia da affrontare, innumerevoli gli spunti, le suggestioni, gli stili, le tecniche esecutive da prendere in considerazione. Da qui la necessità di concepire questo primo sforzo come l’inizio di un progetto di ampio respiro che, pian piano e con grande umiltà, prenda in esame le singole tematiche ad esso legate. Un primo lavoro di questo genere non può che assumere i contorni di una introduzione di carattere generale. Impossibile quindi pretendere una qualsiasi unità estetica, la qual cosa, in fondo, non mi dispiace affatto. Ogni “genere” o “stile” musicale presenta elementi e possibilità peculiari impossibili da ritrovare in altri, per questo, a mio avviso, i vari linguaggi espressivi (siano questi “colti” o meno) andrebbero tutti coltivati tramite l’ascolto o l’esecuzione. L’arte dell’ascolto non dovrebbe essere legata solo all’appagamento di un qualche piacere di natura emotiva o estetica (estetica del suono ma anche delle idee). Questa dovrebbe essere strumento per la comprensione e addirittura la compenetrazione nell’altro da noi o dell’altro in noi. La frequentazione attiva e/o passiva di linguaggi espressivi distanti e, a volte, addirittura in (apparente) contrasto fra loro può divenire simbolo e quindi conoscenza intuitiva della complessità della realtà in cui siamo immersi e di cui facciamo parte, esercizio per “sentire”, “conoscere” e “capire”. Per questo, durante il mio percorso artistico, ho sempre cercato di coltivare “generi musicali”, linguaggi e forme espressive differenti, componendo o eseguendo brani legati al linguaggio tonale, modale, alla dodecafonia, al serialismo, all’atonalità, passando dalla musica scritta a quella improvvisata, dalle forme definite a quelle cosiddette libere, dalla musica “colta” ai generi “popular” e “popolari”. Mi interessano le canzoni e la “musica concreta”, il “folk” e la cosiddetta avanguardia. Nei limiti del possibile, ho cercato di trasferire tutto ciò nell’ora di musica presente in questo cd definendo un percorso di ascolto che principiando da un linguaggio di tipo tonale, procede verso modalità espressive meno consuete, seppur da tempo codificate nei contemporanei linguaggi musicali di stampo accademico e non, per poi chiudersi con una sorta di richiamo ai modelli espressivi iniziali. Ovviamente, l’aspetto didattico è pretesto per la creazione di brani musicali originali dotati di propria autonomia. In caso contrario il risultato generale sarebbe troppo freddo e “costruito”, nonché privo di qualsiasi validità artistica e mero esercizio intellettuale. Elemento di non secondaria importanza nella scelta dei brani è dato dal fatto che questi possono essere suonati da un unico esecutore tramite l’ausilio di una “loop station” detta più propriamente “looper” (una pedaliera che tramite il comando del musicista, registra e riproduce frasi musicali di durata variabile. In pratica dopo aver registrato dal vivo una frase musicale, alla pressione di un pulsante, generalmente azionato dai piedi, questa viene riprodotta in circolo (loop) dalla macchina fino a quando l’esecutore non preme il pulsante per lo stop) e dell’elettronica. I pezzi, infatti, fanno parte dell’omonimo lavoro che eseguo dal vivo in concerto da poco più di un anno. Questo è a sua volta l’attuale punto di arrivo di alcune performance musicali i cui prodromi risalgono alla fine degli anni ’90. Tutti i suoni e gli “effetti” sono stati prodotti unicamente con i vari flauti qui utilizzati (così ad esempio le “percussioni” o i “venti”) attraverso l’uso di specifiche tecniche esecutive contemporanee.

Mio proposito per il futuro è quello di proseguire il percorso qui tracciato esplorando vari ambiti musicali attraverso lavori monografici che riguardino periodi specifici della storia della produzione accademica e i differenti “generi” e linguaggi del nostro tempo.

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